Si chiamò “Reggio”, partigiano di Platì


Raccontare la storia: ne ho fatto una professione. ALIQUID HISTORIA DIGNUM è diventato il mio motto; tutto ciò che è meritevole di essere raccontato trova posto in queste pagine o all'interno delle mie classi. Raccontare per insegnare, per non dimenticare; raccontare affinché i nostri morti non muoiano per sempre.
Quella che vi propongo oggi è una di quelle storie che si raccontano davanti al focolare, racconti che si narrano ai più piccoli, vicende di uomini che, a loro volto, hanno fatto la storia a loro modo. Questa nasce dalla memoria di un nipote che vuole raccontare di suo nonno:


Raccontando mio nonno…

Di queste piccole storie, ad oggi, poco se ne parla, vengono ritenute ormai vecchie o poco interessanti eppure queste storie qualcuno le ha vissute ed è giusto allora che qualcuno le racconti e le tramandi affinché la storia del nostro paese venga ricordata.
Quella che vi voglio raccontare è la storia di un giovane partigiano platiese di nome Taliano Pasquale nato a Platì nel 1921. All’età di 18 anni viene chiamato al servizio militare e prende parte al 48° Reggimento Artiglieria Divisione Taro nel Montenegro, in Jugoslavia. Da lì viene trasferita dapprima in Alessandria e poi in Francia. La Seconda Guerra Mondiale è ormai alle porte e la caserma dove Taliano presta servizio viene attaccata da un commando tedesco intento a rapire i giovani militari. Pasquale riesce a fuggire insieme ad alcuni compagni e con essi si incammina verso l’Italia attraversando le Alpi. Dopo tredici giorni di cammino arrivano finalmente nella zona di Saluzzo, provincia di Cuneo, ed è proprio li che Taliano, nel dicembre 1943, inizia la sua attività di partigiano scegliendo il nome di battaglia “Reggio” e viene arruolato nell’XI Divisione Garibaldi Cuneo, 15° Brigata Saluzzo, agli ordini del comandante Santabarbara, del commissario politico “Mario” e del capo dei partigiani della zona, Pompeo Colaianni chiamato “Barbato”, della sua attività partigiana poco se ne sa, anche perché “Reggio” non amava parlare della brutale Guerra e ne mai ha voluto raccontare aneddoti o cose vissute in quegli anni, nelle fredde montagne del Piemonte, e ne della vita civile vissuta nel dopo guerra che, dopo anni di lavoro passati fra Valle d’Aosta e Piemonte, lo vide tornare nella sua Platì solo nel 1956. Due anni dopo sposa Maria Annunziata Magnoli, la quale gli darà Rosa, Saverio e Concetta. Nonno di ben dodici nipoti, Taliano era un punto di riferimento per la sinistra platiese, ma il suo ideale comunista non rispecchiava alcun partito dell’epoca perché sosteneva che la sinistra di allora mancava di organizzazione. Non ha mai smesso di sperare nei giovani platiesi e nel futuro della sua Platì, richiamando fin da allora il bisogno di un punto di incontro dove chiunque poteva scambiarsi idee, opinioni, discutere dei fatti della politica e non o semplicemente stare insieme e guardare un film. Muore a Platì il 25 maggio 1996, a 75 anni.

Totò Taliano

2 commenti:

  1. Oggi, parlando con mia mamma 93enne, è venuta alla luce una storia dell'epoca partigiana in cui compare anche il partigiano "Reggio" che vedo citato e ricordato in questa pagina. Se a qualcuno può interessare mario.banchio@gmail.com

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