GIROLAMA OLIVA
Omonima di Girolamo Oliva Grimaldi, nato nel 1586 a Genova, 1° principe di Gerace, 3° duca di Terranova, 1° marchese di Gioia - MA QUESTA È UN'ALTRA STORIA
Maria Girolama, nata il 25 aprile 1886 a Platì, nella casa sita in corso S. Nicola. Testimoni all'atto di registrazione: Domenico Terminello di anni 66, bracciante; Antonio Demarco di anni 36, bracciante. Ufficiale dello stato civile: Francesco Oliva fu Arcangelo (non avevo dubbi) .
Deceduta l'11 luglio 1973 a Reggio Calabria. Visse principalmente nel Palazzo seicentesco denominato Donna Palumba, situato a Bovalino. Ebbe 6 figli di cui due bimbe morte in tenera età. Sposò il cavaliere Giacomo Foti (per cui “a cavalera”), morto nel 1933 a 48 anni, figlio di Eugenio Foti.
Apparteneva a quella che fu una delle famiglie più importanti, se non la più importante, di Platì. Gli Oliva, di nobile origine (almeno così hanno lasciato intendere), coprirono molti ruoli ecclesiastici e istituzionali a partire da quando Platì cominciò a progredire, passando da semplice villaggio nel XVI secolo a fervida cittadina dal XVIII in poi.
Platì diede i natali ad insigni scrittori, poeti e scienziati nonché uomini di chiesa. Gli Oliva nella figura dello “Gnuri”, il signorotto, furono grandi proprietari terrieri e si legarono con i matrimoni alle altre famiglie che si distinsero nel paese aspromontano: Furore, Fera, Galatti, Zappia e poi i Migliaccio Pignatelli di Gerace, il Barone Nesci di Reggio, il commendatore Foti sempre di Reggio nonché la contessa Ricciardi di Napoli.
Platì ha avuto un'altra Girolama Oliva o meglio donna Girolama di don Stefano, morta l'11 dicembre del 1869 a 33 anni, vita et moribus optimis.
Dal Volume V° dei Libri dei Morti. Gli atti riportati da Gino sono a firma dell'Arciprete Filippo Oliva e trascritti dal Canonico Ernesto Gliozzi tra il 1995 e il 1997.
IL PALAZZO DI DONNA PALUMBA
SECONDO QUANTO ANNOTA NEL PROPRIO ARCHIVIO PRIVATO ANTONIO ARDORE,
l’ampia proprietà denominata “Donna Palumba” fu acquistata nel 1617 dai Del Negro, patrizi genovesi che lo ressero fino al 1716. Passò quindi ai Duchi Pescara Diano che lo tennero fino al 1806 (eversione della feudalità). Da questi al barone napoletano Sergio. Il Sergio “non sappiamo il luogo esatto di origine, abitava nei mesi invernali e fino a primavera a Platì (ancora oggi il palazzo baronale è esistente ma è un fatiscente manufatto lungo il corso della SS 112 Aspromontana) e nei mesi estivi si trasferiva con la famiglia ed alla servitù alla marina di Bovalino per trascorrervi l’estate”. Il palazzo, ancora oggi denominato “Donna Palumba”, ha mura di oltre 50 cm.. ed è costruito con pietre di fiumara misto a calce. Il barone Sergio, secondo gli studi di Antonio Ardore, si imparentò col barone Furore, anche questi di Platì, verso il 1850, al barone Costantino Mercurio ed infine nel 1900 agli Oliva, cugini della famiglia dei Conti Oliva di Platì, famiglia patrizia, estinta con la morte dell’ultimo erede Giuseppe Maria Francesco Conte Oliva morto il 21 febbraio del 1995. Il Demanio “Oliva” era rappresentato dai possedimenti di “Frazzà”, “Donna Palumba”, “Borrello, “Porticelli”, con una appendice a Varraro che è di proprietà del comune di Bovalino, in quanto fino al 1806 “Varraro” era Comune di Bovalino assieme a Cirella. Nel romanzo “Le memorie del maresciallo” di Mario La Cava, che abbraccia un periodo storico che va dal 1847 al 1947, il maresciallo dei carabinieri novantaseienne, racconta allo scrittore gli avvenimenti di quasi un secolo, una particolareggiata memoria di terremoti, guerre, brigantaggio, viaggi in terre lontane, avventure erotiche e gesti di umanità e racconta anche di questo immenso podere, quasi un feudo, dove insisteva un palazzo, Donna Palumba, appunto, che troneggiava su una collinetta con l’ingresso principale rivolto verso il mare”.
Fonte: ilpaese.info
è improprio dire che i del Negro acquistarono il palazzo Donna Palumba nel 1617, in quanto i Di Negro in quella data acquisirono l'intero stato di Bovalino. L'ultimo discendente dei di Negro, poi, fu Francesca, che andò sposa a Ferrante Spinelli, e morì attorno al 1695
RispondiEliminagrazie della correzione Pino. La rettifica pertanto sarebbe da apportare alla pubblicazione citata che penso tu conosca ;)
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