La famiglia Frisina: dall'Aspromonte alle rive del Saint Lawrence


La storia della famiglia Frisina (per quanto compete gli interessi di questo blog) inizia con Michele Frisina, nato nel 1850 a Delianuova. Il paese venne fondato ufficialmente il 27 gennaio 1878 dall'unione degli antichi comuni di Pedavoli e Paracorio. Situato a un'altitudine compresa tra i 600 e gli 800 metri, Delianuova si estende su una superficie di circa 29 chilometri quadrati ed è circondato da boschi di castagni e uliveti, tipici del paesaggio aspromontano. Un elemento distintivo del luogo è la celebre Pietra Verde, una particolare roccia estratta dalla cava in località Cotripa, scoperta dai monaci basiliani e utilizzata fino agli anni 30 del '900. Questa pietra è stata impiegata per realizzare portali, scalinate, fontane e maschere apotropaiche, che adornano il paese come testimonianze di un patrimonio storico e artistico unico. Michele sposò Marianna Mandossino, originaria anch'ella di Delianuova; ebbero almeno un figlio, Antonio, nato il 6 gennaio 1869 sempre nella cittadina di Delianuova. 

Antonio Frisina: il ponte tra Delianuova e Platì

Antonio Frisina, figlio di Michele e Marianna, rappresentò il primo legame diretto della famiglia con Platì. Crebbe in un'epoca di grandi trasformazioni sociali e culturali per il Meridione. Il 28 ottobre 1892, Antonio sposò Francesca Filomena Mantegna, nata a Platì il 1° aprile 1873, figlia di Antonio Mantegna,  e Anna Maria Marando. La famiglia Mantegna risiedeva a Platì già dai primi del 1700, consolidando una lunga tradizione nella comunità locale.

Il matrimonio fu celebrato alla presenza dei testimoni Michele Condemi, di 40 anni, e Pasquale Marando, di 30 anni.

Ebbero sei figli, che crebbero in un ambiente che fondeva le tradizioni platiesi con le opportunità che il nuovo secolo sembrava promettere. 

Antonio Frisina e Francesca Filomena Mantegna - 1930 ca

L'emigrazione: Un nuovo capitolo negli Stati Uniti

Alla fine del XIX secolo, la Calabria era una terra segnata dalla povertà e dalle difficoltà economiche. Come molte famiglie della regione, i Frisina decisero di emigrare in cerca di un futuro migliore. Antonio e Francesca, insieme ai loro figli, partirono alla volta degli Stati Uniti, stabilendosi a Ogdensburg, nello stato di New York. Questa cittadina sulle rive del fiume San Lorenzo offriva opportunità lavorative, specialmente per gli immigrati italiani, che spesso trovavano impiego come operai, artigiani o commercianti.

Antonio, con la sua etica del lavoro e il desiderio di garantire un futuro ai suoi figli, divenne una figura rispettata nella comunità locale. Morì il 2 maggio 1945, all'età di 76 anni.

Tony Frisina: Il barbiere di Ogdensburg

Tony Frisina

Tra i figli di Antonio e Francesca, il più noto fu Anthony Francis "Tony" Frisina, nato il 17 novembre 1898 a Platì. Giunto negli Stati Uniti da bambino, Tony crebbe in una famiglia che valorizzava il duro lavoro e la solidarietà, valori che lo accompagnarono per tutta la vita. Nel 1920, a soli 21 anni, Tony sposò Marion Emily Gallipeau, una giovane donna del posto. Insieme, ebbero dieci figli, costruendo una famiglia numerosa e affiatata.

Tony con la moglie Marion


La famiglia Frisina al completo nell'ottobre del 1941

Tony trovò la sua vocazione come barbiere, aprendo una barberia al 14 di Spring Street a Ogdensburg. Questo negozio divenne rapidamente un punto di riferimento per la comunità locale. Non era solo un luogo dove tagliarsi i capelli, ma un vero e proprio centro di incontro, dove clienti abituali e nuovi arrivati si scambiavano notizie, opinioni e storie. Tony era noto per la sua maestria con forbici e rasoio, ma soprattutto per la sua capacità di ascoltare, che lo rese una figura quasi confidenziale per molti suoi clienti.


Durante gli anni '30 e '40, la barberia di Tony fu teatro di discussioni animate su politica, sport e questioni locali. Le sue pareti erano decorate con fotografie di famiglia, ritagli di giornale e memorabilia che raccontavano la sua storia personale e quella della comunità. Ogni sedia della barberia aveva una storia: dai giovani che si preparavano per il loro primo lavoro agli anziani che condividevano aneddoti di tempi passati.


Durante la
Seconda Guerra Mondiale, Tony dimostrò il suo patriottismo non solo attraverso il servizio militare di alcuni dei suoi figli, ma anche sostenendo la comunità locale. La barberia divenne un punto di raccolta per donazioni e iniziative di supporto per le famiglie dei soldati. Tony era visto come un pilastro della comunità, sempre pronto a offrire una parola di conforto o un consiglio pratico.


Dopo la guerra, Tony continuò a dedicarsi con passione al suo mestiere, mantenendo il negozio come un luogo accogliente e familiare. I clienti apprezzavano non solo la sua professionalità, ma anche il suo senso dell'umorismo e la sua capacità di creare un'atmosfera calda e inclusiva. Per molti, la visita alla barberia di Tony era un rito settimanale, un momento di pausa dalla frenesia della vita quotidiana.

Un'eredità duratura



Tony Frisina morì il 27 marzo 1974, all'età di 75 anni, lasciando un vuoto nella comunità di Ogdensburg. La sua barberia chiuse i battenti, ma il suo ricordo rimase vivo nei racconti di chi lo aveva conosciuto. La storia di Tony, così come quella di suo padre Antonio e di suo nonno Michele, è un racconto che intreccia le radici calabresi con i sogni americani.

Oggi, la famiglia Frisina rappresenta un ponte tra due mondi, un simbolo di come le tradizioni e i valori possano sopravvivere e prosperare anche in terre lontane.

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