Il dott. Filippo Zappia e le Pillole Pink


Il dottor Filippo Zappia, ufficiale sanitario e antagonista del dottor Vincenzo Papalia nella sua Istorosofia di lividure eteroclite (1896), viene citato attraverso una lettera del medesimo a proposito della somministrazione delle Pillole Pink. L'articolo è del 1908, tratto da Il Paese - organo della Democrazia friulana n. 235. : 

“Ho fatto prendere le Pillole Pink ad una giovanetta anemica, la quale da lungo tempo si dolevan di una grande debolezza generale accompagnata da palpitazioni di cuore, da cefalea o mancanza di appetito. Ella aveva seguito varie cure senza ottenerne sollievo, quando venne a trovarmi. Le Pillole Pink mi avevano, in casi simili, dato tanta soddisfazione che non ho esitato a prescrivergliele. L’effetto prodotto delle Pillole Pink è stato superiore alla mia aspettativa. Tutti i sintomi della cloro-anemia si modificarono molto rapidamente e la giovanetta gode ora perfetta salute.”

Una pubblicità sulle Pillole Pink del 1912 dice: Ho fatto tre volte il giro del mondo… E vi dico: scegliete un paese, qualunque esso sia, sceglietelo nel vecchio e nel nuovo mondo, sceglietelo sotto i tropici o nelle regioni polari, andate in quel paese, chiedete a qualsiasi farmacista, a qualsiasi droghiere le Pillole Pink, ve ne venderà immediatamente. Sono richieste dovunque, perchè hanno guarito dovunque. Qualunque sia il paese, aprite i principali giornali e potrete leggervi voi stesso o farvi leggere da un interprete il resoconto di guarigioni ottenute, nel paese stesso, grazie alle Pillole Pink.

Le Pillole Pink erano state create dal dott. Williams come un farmaco per il gentil sesso, per tutti i mali che potevano affliggere l’organismo femminile, alcuni dei quali paradossali, come per esempio l’irascibilità e il pallore. Se poi la donna era pallida ed irascibile la disgrazia era doppia. Fino agli anni Cinquanta i processi fisiologici femminili erano quasi un mistero: si era più sicuri della probabile anatomia degli alieni piuttosto che sull’utero e sul fatto che questo potesse ruotare in loco come una trottola. Detto questo, detto tutto. Le Pillole Pink ebbero un buon successo non solo nei Paesi di lingua anglosassone, ma anche in Italia, soprattutto per via del loro distributore per la penisola: la Manetti e Roberts di Firenze ( quella del Borotalco). Queste pillole avevano diversi ingredienti ma per farla breve erano inutili, esattamente come erano inesistenti le malattie che dovevano curare. (informazioni tratte dal blog lafarmaciadepoca)

Nell’Annuario sanitario d’Italia del 1903 oltre a Zappia e Papalia sono presenti per Platì:  il medico Macrì Benedetto, il farmacista Macrì Marcello e le levatrici Latorre Antonietta e Morabito Concetta. 

Nel Giornale di Udine del 1908 (28 dicembre) viene riportato nuovamente il giudizio dello Zappia sulle miracolose pillole, accompagnato da un ritratto dello stesso. 

Il dott. Zappia era membro della società per gli studi sulla malaria e a Roma prese parte alla XII adunanza del 1910 sotto la presidenza del senatore Giustino Fortunato, ricevendo il diploma di benemerenza per l’opera prestata nel 1909 nella lotta contro l'epidemia. Fonda a Platì nel 1913, insieme al citato Papalia (seppure antagonisti), un Circolo di Riunione avente lo scopo del lecito svago e della coltura reciproca mercé la lettura di pubblicazioni, giornali, riviste. 

Nel 1915 è membro del Comitato di Assistenza Civile di Platì, formato per assistere e sostenere le famiglie bisognose e i parenti delle vittime di guerra. In una delle riunioni  informa il Comitato sulle condizioni piuttosto allarmanti di una puerpera moglie del Bersagliere Francesco Caruso ed il comitato elargisce un primo sussidio di lire trenta. Si pensa pure per la neonata – domani forse orfana – e si provvede ad una balia nella persona di Immacolata Sergi alla quale si assegnano lire 20 mensili.

Muore il 15 novembre del 1931


Nessun commento:

Posta un commento