Ecco un altro ritaglio di vita della Platì passata. Questa volta estrapolato dell'elenco dei "contribuenti privati, possessori di redditi incerti e variabili" pubblicato nel 1924. Il Decreto Reale 16 dicembre 1922, n. 1631, dispose la pubblicazione di un elenco dei contribuenti all'imposta di ricchezza mobile, possessori di redditi delle categorie B. e C., per tutti i comuni del Regno, al che non era stato più provveduto dal 1889, allorquando una simile pubblicazione fu compiuta per effetto di un decreto del 30 gennaio di quell'anno. L'Amministrazione delle Finanze, assolse quindi l'obbligo imposto dal decreto del 1922, raccogliendo i dati richiesti in 75 distinti volumi, quante le provincie del Regno. I redditi compresi nella pubblicazione son quelli che, in base alla terminologia della legge imposta, vanno sotto il nome di redditi incerti e variabili, così definiti in considerazione del carattere aleatorio che è insito nella loro natura. Si tratta in sostanza di quei redditi i quali derivano dall'esercizio di industrie o di commerci (categoria B) ovvero dall'esercizio di professioni liberali (categoria C), con l'ulteriore avvertenza che la pubblicazione è limitata ai soli redditi posseduti dai privati contribuenti. Esisteva all'epoca - per le diverse categorie - un limite fino al quale l'imposta non si applicava affatto, ed esistevano altresì dei limiti entro i quali ciascun reddito, prima di essere colpito dall'imposta, godeva ancora di riduzioni. Per effetto delle norme vigenti, i redditi della categoria B non erano colpiti dall'imposta se non superavano annualmente la cifra di lire 533,33 e quelli della categoria C se non superavano la cifra di lire 640. In quell'anno il ministro del tesoro e delle finanze era Alberto de' Stefani e, nel caso del territorio che ci interessa, il Decreto era stato applicato ai seguenti distretti: Reggio Calabria, Ardore, Caulonia, Gerace Marina, Melito Porto Salvo, Palmi, Polistena, Radicena, Villa S. Giovanni. Come sappiamo, Platì rientrava nel distretto di Ardore:
Zappia Filippo |
Mittiga Giuseppe |
Dall'elenco medesimo si può notare, invece, come uno dei commerci più proficui fosse quello dell'olio di bozzoli. In breve, ma questa è totalmente un'altra storia, il baco costruisce il bozzolo, rimane fermo per circa due giorni e si trasforma in crisalide, successivamente la crisalide si trasforma in farfalla. Da quanto sono riuscito ad apprendere, soprattutto dal web, la scoperta dell’olio di Crisalide avvenne casualmente in Corsica, nei primi anni del 900, quando un medico in servizio nella fabbrica di seta si accorse che quando le donne addette all'estrazione del baco da seta dal bozzolo si tagliavano accidentalmente, le loro ferite si cicatrizzavano rapidamente e senza lasciare traccia. Inoltre, nonostante il lavoro manuale, avevano delle mani particolarmente morbide e “setose”. Incuriosito, insieme al farmacista del paese, decise di studiare il fenomeno. Seguendo dei criteri scientifici scoprì che i benefici erano dovuti al liquido oleoso contenuto del baco da seta. L’olio fu così testato su pazienti affetti da scottature e psoriasi, successivamente il processo di estrazione è stato brevettato.
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