De Antiquitate terrae Platiae - Analisi e riflessione sulle testimonianze antiche della cittadina di Platì



interno chiesa di San Pasquale o del Rosario

Tale relazione non può esordire se non partendo da un’analisi il più possibile storica e quindi documentata, della statua della Madonna di Loreto, custodita all’interno dell’omonima chiesa di Platì. Da quanto si evince dalle più note pubblicazioni come Cronistoria della Diocesi di Locri-Gerace di Oppedisano e dall’opuscolo del 1940 di D. Zagari Appunti di Corografia Calabra (Platì) o dal più recente Catalogo dei monumenti e luoghi di culto fra Reggio e Locri di Domenico Minuto, si può sincronizzare l’arrivo della statua e quindi la devozione alla Madonna di Loreto con la nascita del villaggio stesso di Platì. O meglio con la formazione del villaggio sotto la signoria dei nobili napoletani Spinelli, avvenuta per concessione reale nel 1505 quando Carlo Spinelli ebbe da re Ferdinando detto il Cattolico, i territori denominati Prati e Sancta Barbara. Gli stessi documenti custoditi presso l’archivio della Diocesi di Locri Gerace, relativi alle visita ad limina, attestano la presenza della statua sin dalle origini. 

Filippo Gliozzi 

Ad avvalorare ciò vi è il preziosissimo restauro effettuato a Firenze e avviato ad opera del sacerdote can. don Ernesto Gliozzi negli anni 1992 e un articolo del 1994 ad opera del sacerdote e studioso del culto mariano don Stefano De Fiores, pubblicato su il Messaggio della S. Casa. Le fattezze e la struttura della Vergine con bambino di Platì è segno di un antico itinerario che collega Platì-Polsi-Messina ma anche Gerusalemme e il Monte Athos. Ancor meglio, come riporta il De Fiores: [...] la statua di Platì non è neppure una raffigurazione generica, ma è veramente la Madonna di Loreto secondo le caratteristiche che essa presenta nell’antica e nella nuova statua venerate nella Santa Casa. Un risultato inedito su cui tacciono le fonti lauretane consiste nell'identificazione del tipo iconografico cui la statua di Loreto si richiama. Non si tratta soltanto del prototipo fondamentale dell’Hodigitria, ma anche del tipo meno noto anche se assai diffuso della Gorgoepekoos, che presenta la Theotokos come colei che è pronta ad ascoltare le preghiere dei fedeli [...] e Gesù come colui che sorregge il mondo e benedice. [...] La statua di Platì e le raffigurazioni affini collegano le chiese d’occidente e quelle d’oriente, in quanto il loro prototipo è greco-bizantino.
Potrei dire basti questo a segnalare il valore e l’importanza artistica della statua ma aggiungo il giudizio di Lorenzo Casamenti, il restauratore che nel 1992 operò sulla statua, nella sua lettera indirizzato al sacerdote Ernesto Gliozzi: 
Firenze 14/1/92
Carissimo Don Gliozzi
Mi perdoni per il ritardo,
le comunico i dati tecnici del restauro effettuato sulla Scultura lignea raffigurante Madonna con Bambino appartenente alla sua parrocchia e da noi restaurata nei primi mesi del 1992
Si tratta di una scultura del 16 sec. D. D. di scuola strettamente meridionale.
Anche se alcune parti risultano scolpite in modo grossolano, nella totalità dell’opera si nota una mano artistica notevolmente felice. Alla fine del 1700 d. c. vi è stato un totale rifacimento in parte dovuto ad un degrado dell’opera stessa in parte ad esigenze dei nuovi personaggi locali, in questo intento è stata modificata addirittura l’impostazione estetica dell’opera, essendo stati eseguiti interventi tecnici poco felici dai quali si potrebbe supporre (si badi bene è solo una supposizione) che il bambino sia stato collocato in un secondo tempo e non risalga all’epoca della Scultura della Madonna.
Interventi di restauro eseguiti onde riportare l’opera allo stato originale.
- Spolpatura di tutte le parti in gesso decoese e ritrovamento della struttura originale sottostante sia come struttura scultorea sia come colori originali appartenenti all’opera stessa.
- Risanamento ligneo totale, mediante iniezioni e immersioni in sostanze consolidanti.
- Restauro ligneo di grossa evidenza (mani, collo, occhi, braccia, testa e volto bambino, base ecc.).
- Preparazione con sostanze idonee alla coloritura originale. Coloratura con oro zecchino e foglia nelle parti perimetrali del manto. - Trattamento protettivo finale.
Cordialmente
Lorenzo Casamenti

Mi preme segnalare qui la presenza di altre strutture e manufatti del passato degni di una certa attenzione:
  • Chiesa del S.S. Rosario già di San Pasquale di costruzione settecentesca;
  • Acquasantiera e base dello stesso che riporta la data del 1648. Unica testimonianza della Platì del XVII secolo nonché della prima chiesa, distrutta in seguito al terremoto del 1783. La base è tutt’ora presente sull’altare della chiesa ma l’acquasantiera non si conosce bene dove sia custodito.
  • Crocifisso appartenuto a don Filippo Gliozzi donato alla chiesa per volontà di Ernesto Gliozzi il giovane;
  • Cappella della famiglia Furore presso il cimitero;
  • Tomba Oliva dei primi del 900
  • Villa Papalia.
  • L’importantissimo sito, ritenuto di matrice basiliana o meglio greco-bizantino, di Sant’Apollinare di cui rimangono ormai fatiscenti tracce le quali sono state sottoposte a una recente ricognizione effettuata dal sottoscritto e dal prof. Sebastiano Maria Venoso, con le indicazioni del prof. Domenico Minuto (che ha visitato il sito negli anni 80). La ricognizione avrà come esito una relazione apposita che verrà pubblicata a breve.
Francesco Violi

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