Il falò della novena natalizia


 

foto di Giuseppe Cusenza

 L'immagine delle fiamme alte, che illuminano la facciata della chiesa e rischiarano la notte, evoca immediatamente un'antica tradizione che accomuna generazioni di platiesi: l'accensione del fuoco in piazza durante il periodo dell'Avvento. Questo rituale, che si tramanda da tempi immemori, rappresenta non solo un gesto di fede, ma anche un simbolo di comunità, di raccoglimento e di speranza. Le fiamme sembrano quasi danzare, innalzandosi verso il cielo come preghiere, accompagnando i pensieri di chi resta e di chi, lontano dal paese natio, porta Platì nel cuore.

Secondo le testimonianze e i racconti tramandati, l’accensione del fuoco, spesso fatta con fascine raccolte dai boschi circostanti, aveva e ha tuttora un significato spirituale e propiziatorio. Il fuoco, infatti, rappresenta la luce che rischiara le tenebre, proprio come la venuta di Cristo rischiara l'umanità. Questa tradizione richiama tempi in cui le comunità contadine vivevano in sintonia con i cicli naturali e ogni gesto, come accendere un fuoco, assumeva un significato sacro e collettivo.

Per i platiesi emigrati, quest’immagine rievoca i ricordi d’infanzia, il calore familiare e il senso di appartenenza a una comunità che si stringe attorno alle sue tradizioni. È una connessione simbolica che, in una sola notte, unisce passato e presente, portando con sé l’eco delle voci degli antenati e il desiderio di non dimenticare le proprie radici.

Ma da quanto tempo si accende questo fuoco? La tradizione, pur non avendo una datazione precisa, è antica e affonda le sue radici nella cultura popolare e religiosa della Calabria. Attraverso le generazioni, ogni Natale, le famiglie di Platì si ritrovano attorno al falò, condividendo storie e preghiere, mantenendo vivo il legame con una terra che, come il fuoco, continua a scaldare il cuore di chi, anche lontano, porta Platì nell’anima.

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